Roberto
Bignoli non finisce di stupirci con le sue canzoni
profondamente religiose, che hanno un respiro sempre più
largo e una musicalità sempre più giovane ma non per
questo meno adatta a sottolineare il pensiero,
l'invocazione, la domanda in esse contenute.
Sì, perché questo nuovo album di Roberto, che vede la
luce dopo "Canzone per Maria" e "Ho visto
la croce", è tutto una preghiera, che nasce da un
cuore aperto, plasmato dal dolore personale e da quello
del mondo, del quale l'autore si porta addosso tutto il
dramma, consapevole che tutto il male nasce dall'intimo,
dal cuore dell'uomo e non da quello che lo circonda.
Ma l'esperienza del peccato non impedisce a Roberto di
riconoscere il cammino di guarigione inferiore indicato
da Maria, Madre di Dio ma anche vera Madre di ciascuno
di noi: è a Lei che sono rivolte tutte queste preghiere
che si sono fatte canto.
Per chi ha assaporato anche solo un inizio di conversione,
la lontananza dal Padre non può non suscitare una
grande nostalgia della Sua casa e della Sua presenza:
particolarmente in questi frangenti Maria rimane il
punto di riferimento, "Stella Maria", Maria
Immacolata, alla quale tutti indistintamente siamo
chiamati.
Per questo ogni esperienza di particolare prossimità
della Beata Vergine, come quella verificabile laddove
Maria appare agli uomini del nostro tempo, con una
molteplicità e una frequenza mai registrata prima d'ora
nella storia della chiesa e del tempo, acuisce la
nostalgia, cantata in "MI MANCHI", di quel
Bene e di quella Grazia che sono al fondo del cuore
dell'uomo; l'accenno alle apparizioni notturne sul colle
del Pobdro, a Medjougorje, è molto chiaro in questa
canzone. Qui Maria è messa al fianco di ciascuno voglia
fare con serietà un cammino di Conversione: l'adesione
entusiasta di Roberto, in "INSIEME A TE CAMMINERÒ",
è quella di chi sa abbandonarsi sul "Suo seno di
Madre" per essere portato in braccio da Lei dove
solo il Suo amore sa condurre: alla terra dove si vive
solo dell'ascolto del Signore. È la terra dell'eterna
Primavera, resa possibile dalla Redenzione di Cristo e
cantata benissimo in "LA PRIMAVERA VERRÀ"; è
quella "terra di pace", dove lo Spirito di Dio
fa nuove tutte le cose, che qualche anno fa, all'inizio
della sua esperienza di cambiamento, Roberto aveva già
cantato nella sua prima canzone che portava appunto
questo titolo e che doveva rivelarlo al pubblico di
tutti coloro che sanno porsi in ascolto.
E allora il "Canto Nuovo" che sgorga da tutte
le creature, riecheggiando il Cantico dei tre fanciulli
nella fornace ardente (Dn 3, 52-90) e il Vangelo di
Matteo (6, 28), è quello che fa ringraziare il Signore
del Ciclo e della Terra, dei fiumi, dei mari e dei gigli
del campo, per averci dato Sua Madre, come Madre nostra.
"... e la prese nella Sua casa" (Giov. 19, 27)
sembra volerci ricordare Roberto, perché anche noi,
come Giovanni, dobbiamo fare spazio dentro di noi alla
Madre di Dio per accoglierLa fra le nostre cose più
care, Lei che è la "Luce che irradia il
mondo" e "Regina di Pace e di Amore",
come canta la bellissima "Ballata per Maria".
E qui l'appello è rivolto a tutti coloro che sono
giovani dentro, perché si sentano responsabili del
compito che viene loro affidato per l'evangelizzazione
del mondo: "Io ho bisogno di voi, Io vi ho scelto,
Io vi ho chiamati" ripete Maria a tutti i suoi
"Cari Figli".
In sintonia profonda con le sofferenze di un mondo
tristissimo di cui ha fatto esperienza in prima persona,
Roberto si sente incaricato in "DIGLIELO TU"
di trasmettere a Maria, quasi in filo diretto, tutte le
richieste dei più emarginati, dei drogati che
"hanno venduto le proprie vene", di chi ha
rubato, di chi ha sbagliato tutto nella propria vita;
sono appelli che lasciano tutti trasparire una profonda
speranza: che l'Amore esiste davvero ed è concretamente
praticabile, perché incontrabile come persona: Maria
che ha portato Cristo nel mondo, continua a farlo anche
oggi, pur nella situazione disperata che tutti
conosciamo, Solo Cristo che è Via, Verità e Vita può
salvare questo mondo che è sull'orlo
dell'autodistruzione. La semplicità della preghiera
contenuta in "PORTA CRISTO" è sconcertante ma
nello stesso tempo è carica di tutta la passione per
l'uomo che Roberto scopre in sé come dono di Maria,
divenuta Madre dell'Uomo Nuovo grazie a quel
"SI" che ha poi saputo ripetere per tutta la
vita fin sotto alla Croce.
Con quel "SI" Ella si è consacrata
interamente a Dio: ed è proprio la consacrazione al Suo
Cuore Immacolato il punto a cui Maria vuole condurci
("PREGHIERA SEMPLICE A MARIA") perché il Suo
cuore è come l'Amore e l'Amore non è altro che la
definizione più bella e più completa di Dio (I Giov.
4,8).
GIANCARLO COMERI
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